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Amici di Football Manager Italia attraverso il post odierno faremo una piccola analisi all’interno del mondo di Football Manager tra storia e leggende che hanno reso questo gioco così popolare tra gli i fans del pallone.

Leggende di Football Manager

Guai a parlare di gioco. Football Manager nella storia ha rappresentato molto di più di un momento ludico per i tanti appassionati che vi si sono dedicati anima e corpo, sognando di gestire i club più blasonati oppure partendo dal basso, come i veri professionisti, per sviluppare la propria carriera da zero.

D’altro canto di calcio tutti ci sentiamo esperti e siccome nel mondo vero di occasioni per cimentarsi ce ne sono poche, ecco che la fantasia si sposa con la tecnologia per offrirci una valida soluzione. Anche perché, diciamoci la verità, nel tempo questo intrattenimento che ci vede nelle vesti di manager a 360 gradi si è evoluto al punto tale da diventare verosimile.

Quanti pomeriggi passati in casa, o serate con buca dagli amici, per stare davanti al PC e provare a vincere qualche trofeo con squadrette portare alla massima categoria dal basso, tra colpi di mercato realistici e altri oggettivamente meno. Ma che ci hanno consentito di crescere gradualmente, step by step, insieme ai nostri eroici giocatori diventati nel frattempo dei fenomeni. Magari sfruttando qualche “regens” messoci a disposizione dai programmatori: questi non sono altro che dei calciatori che FM genera nel corso del tempo per riempire le squadre e permettere al gioco di non finire mai.

Tra questi alcuni rappresentano delle vere e proprie miniere d’oro, da vendere per il bilancio, o da coccolarsi per puntare a traguardi sempre più ambiziosi.

 

La storia di Football Manager

Ciò che oggi è Football Manager lo si deve in particolar modo ad uno sviluppatore britannico, Kevin Toms, che negli anni 80 creò quello che da molti è tuttora considerato il capostipite del genere.

Pubblicato nel 1982, fu lanciato su piattaforme come ZX Spectrum, Commodore 64, BBC Micro e Amstrad CPC. Nel tempo Toms riuscì a perfezionare sempre di più questa sua arte, aggiungendo ogni volta elementi che miglioravano la veridicità del gioco. Alla base di questa idea, assolutamente geniale, c’era la voglia di divertirsi e di divertire: obiettivo centrato alla grande dal britannico.

Per questo motivo, dal punto di vista statistico, non c’era granché: bisognava piuttosto concentrarsi sulla parte tattica o motivazionale incoraggiando i calciatori a metà partita ed in più tenere conto delle finanze settimana dopo settimana.

Nel 1992 a togliere un pò di spazio all’antesignano di Football Manager ci pensò Championship Manager, creato dai fratelli Paul e Oliver Collyer. Grafica scarsa e nomi fittizi lasciarono col tempo spazio ad un prodotto sempre più vicino alla perfezione, tanto da attirare l’attenzione di aziende importanti che l’hanno poi trasformato in quello che oggi amiamo. E che, addirittura, in qualche caso ha persino creato dipendenza fino a diventare una causa di divorzio tra mariti e mogli. Peggio di un amante segreto!

 

I calciatori diventati leggenda su Football Manager

L’obiettivo di un gioco, i più accaniti perdoneranno il termine utilizzato, come Football Manager è sempre stato quello di precorrere i tempi. Individuare il Leo Messi della situazione prima ancora che sia diventato la stella mondiale da tutti ammirata. E così è capitato, come è normale che sia, di prendere qualche cantonata nel corso del tempo. D’altro canto la storia è piena di presunti campioni che in realtà hanno avuto vita professionale breve per i più svariati motivi.

Qualcuno di voi sarà già a conoscenza della leggenda urbana riguardante Tonton Zola Moukoko, testimonial della SEGA e della Sports Interactive e vera ossessione dei manager virtuali di Championship Manager 2000/2001 per quello che era considerato un fenomeno.

Cresciuto nelle giovanili del Derby County, era obiettivo di tutti i grandi club e quindi ogni allenatore che bramava per questo congolese con passaporto svedese dal repertorio completo. Ed erano proprio quelli gli anni più floridi per i presunti campioni: a questa lista dobbiamo necessariamente aggiungere Maksim Tsigalko, attaccante bielorusso che segnava a raffica.

Almeno nel gioco, perché in realtà di lui, al pari del già citato The Ton, si sa poco o nulla, se non che è deceduto il giorno di Natale del 2020. L’Inghilterra nutriva incredibili aspettative nei confronti di Cherno Samba, originario del Gambia, e protagonista di un’eccellente carriera nel campionato scolastico. Il salto trai grandi, però, non fu altrettanto memorabile.

E chi ricorda di Julius Aghahowa? Il nigeriano delle capriole, messosi in luce nella Coppa delle Nazioni Africane nel 2002 e che ha segnato nel campionato del Mondo dello stesso anno contro la Svezia.

In tempi più recenti possiamo ricordare Freddy Adu che attualmente ha 33 anni ed è senza squadra ma da giovanissimo era considerato una delle promesse più luminose che, per qualità tecniche, avrebbe addirittura potuto segnare un’epoca.

 

Tra realtà e aspettative…

Storie di promesse mancate nella realtà, ma di questi come di altri calciatori resterà sempre il ricordo di quanto buono fatto seppur soltanto nel mondo virtuale. Pur sempre degli eroi, anche se nel loro presente non ci sono le coppe e i riconoscimenti dei vari Cristiano Ronaldo o Messi. Magari vittime di pressioni eccessive oppure immotivate.

Certo è che quei soldi spesi in Football Manager li valevano tutti e qualche vittoria ogni manager che si rispetti l’ha certamente dedicata a qualcuno di loro. Oggi, che di monete virtuali si parla per davvero, tra chi ci ricorda il miglior exchange per criptovalute e chi tenta investimenti in bitcoin, quei pochi o tanti milioncini (o miliardi a seconda del periodo storico) venivano centellinati con rara oculatezza.

Sicuramente, a prescindere da ciò che poi è avvenuto, tra chi è andato avanti con la propria carriera sportiva scendendo magari di livello o chi addirittura si è dedicato ad altro, quell’investimento aveva avuto la resa sperata.

Perché in fondo ci sentiamo tutti un po’ Freddy Adu: che carriera avremmo potuto fare se solo ci avessimo creduto di più o avremmo avuto maggiori chance di sfondare?

Ed è questa la chiave del successo di un prodotto come Football Manager: quello di dare spazio ai sogni, talvolta infranti, di tutti noi.

Esiste un mondo nel quale si può vincere e pazienza se solo virtualmente. Chi di noi non si è sentito davvero campione anche solo per un giorno?

 

Conclusioni

Sperando che abbiate apprezzato il post: Football Manager tra storia e leggende restiamo in attesa dei vostri commenti. Per qualsiasi informazione, potete scriverci o attraverso la pagina contatti o al seguente indirizzo email:

  • ciao@footballmanageritalia.it

Alla prossima

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